Free Love (edizione italiana) by Tessa Hadley

autore:Tessa Hadley [Hadley, Tessa]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bompiani
pubblicato: 2022-12-08T00:00:00+00:00

Il 25 dicembre si svegliò che era buio e le tornarono in mente suo marito, i figli – in realtà non li aveva mai dimenticati, ovvio, solo sospinti temporaneamente in una zona dell’inconscio. Anche adesso più che un pensiero erano una sensazione; ne era stata come infettata durante il sonno e le avevano invaso le membra pesanti, il cervello febbrile. La forza della routine quotidiana della sua famiglia ritornava come la corrente profonda di un fiume, tanto più forte di qualsiasi sogno. Come aveva potuto pensare di resisterle? Si vide inginocchiarsi ai piedi di Roger, scongiurarlo che la perdonasse. Pensò di dover partire per Otterley seduta stante. A Natale treni e pullman non funzionavano; ma, certo, mettendosi subito in cammino, nel giro di qualche ora sarebbe arrivata. Si vide arrancare, penitente, attraverso le periferie desolate nella mattina di Natale. E forse comunque un taxi sarebbe riuscita a trovarlo. Ma non si mosse dal letto, faceva freddo anche sotto le coperte.

Accese la luce e guardò i minuti scorrere sulla sveglia di Nicky. Se parti adesso, si diceva, arrivi ancora in tempo. Ma non si mosse. O anche adesso, o adesso; ma stava lì a veder passare tutte quelle scadenze, come improvvisamente paralizzata. Adesso hanno aperto i regali; adesso montano in macchina per andare a Guildford. Quando alla fine si alzò non poté accendere la stufa, aveva finito le monetine da inserire nel contatore. Si sedette, gelata, alla scrivania di Nicky, con la camicia e la vestaglia di lui, per scrivere a Roger su fogli strappati da un grosso blocco a righe. Poteva scrivere a macchina, ma i suoi sgorbi sconnessi e pieni di cancellature le sembravano rappresentare meglio il disgusto che provava per se stessa. Le sue parole, mentre si sforzava di trasmettere ciò in cui aveva creduto la sera prima, sembravano inerti, senza vita; pensò di dover mandare un messaggio anche ai bambini ma non aveva la minima idea di cosa scrivere e si vergognò tanto che le venne da vomitare. Si rimise a letto e dormì. Nel pomeriggio si alzò, si vestì, nella borsa trovò un francobollo e andò a imbucare la lettera.

Fu un sollievo trovarsi per le strade vuote, fingere di avere uno scopo. Phyllis camminò per chilometri nel tentativo di scaldarsi e allo stesso tempo di superare i suoi pensieri dolorosi, fin quando non ebbe male ai piedi: portava ancora le scarpe leggere che aveva dagli Holmes. Per strada si aggiravano alcuni taxi in cerca di clienti. Potrei ancora tornare a casa, pensò. Si immaginò di chiamare uno di quei taxi, Roger e i bambini arrivare da Guildford e trovarla a casa ad aspettarli. Ma non si mosse. Nicky non le aveva nemmeno detto quanto si sarebbe trattenuto a Cressing – poteva tornare il giorno dopo, quello dopo o quello dopo ancora. Non aveva voluto mettergli fretta, in quel nuovo universo non bisognava avere pretese né senso del possesso. Era libero di fare come voleva.

Mentre saliva di nuovo le grandi scale a chiocciola dell’Everglade, per Phyllis l’idea di tornare nella loro camera era angosciante.

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